COMUNICATO STAMPA - Il Lama tibetano Tenzin Delek Rinpoche è morto in carcere in circostanze misteri Stampa

COMUNICATO STAMPA

Il Lama tibetano Tenzin Delek Rinpoche è morto in carcere in circostanze misteriose dopo 13 anni di detenzione. Stava scontando una condanna per l’accusa di essere stato coinvolto in un attentato in un parco pubblico a Chengdu. Aveva 65 anni. Tutte le  organizzazioni per i diritti umani hanno sempre sostenuto come fossero false e pretestuose le accuse contro di lui.


L’organizzazione Students for a Free Tibet ieri a New York ha comunicato che i familiari sono stati informati della morte dell’importante lama nella giornata di domenica.

La polizia della provincia di Sichuan nella Cina sud-occidentale ha confermato la morte, ma ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli.

Tenzin Delek è stato arrestato assieme al suo giovane assistente Lobsang Dondhup nel 2002 in relazione ad una esplosione che ha ferito tre persone il 3 aprile 2002 nella città di Chengdu.

 

E 'stato condannato a morte con l'accusa di reati di terrorismo e di incitamento al separatismo pochi mesi dopo. La sua condanna a morte fu commutata in ergastolo nel 2005, e poi a 20 anni di carcere. Il suo assistente Dondhup fu invece ucciso quasi subito dopo il suo arresto.

Tenzin Delek era stato detenuto in un carcere a Dazhu, nella provincia di Sichuan, ai confini con la regione tibetana.

Una donna del Public Security Bureau in Dazhu ha confermato che Tenzin Delek è morto Domenica. Ha rifiutato di identificarsi.

Students For a Free Tibet ha riferito che i suoi familiari non hanno potuto essere informati dalla polizia sulle cause reali della morte.
L'anno scorso, avevano chiesto garanzie mediche proprio per il fatto che Tenzin Delek Rimpoche soffriva di gravi problemi di cuore, pressione alta, e problemi con le gambe che lo avevano fatto cadere più volte in seguito anche ad attacchi di vertigine.

Nato nel 1950 in una zona tibetana del Sichuan, Tenzin Delek aveva soggiornato in India dal 1982 al 1987 per studiare con il Dalai Lama.

Durante questo periodo, il Dalai Lama Tenzin Delek lo aveva riconosciuto come tulku, o un lama reincarnato. Tenzin Delek era un lama estremamente rispettato dai tibetani e la notizia della sua morte ha devastato il cuore e le menti dell’intero popolo del Tibet. Per Tenzin Delek in Tibet furono raccolte in una petizione per chiedere il suo rilascio oltre 40.000 firme con l'aggiunta di una identificazione personale in inchiostro rosso.

 

Ognuno dei 40.000 firmatari tibetani sa che in questo modo rischia la propria libertà e, forse, anche la vita per Tenzin Delek Rinpoche. Già nel 2002 molti tibetani che protestarono per la sua condanna furono arrestati.

Human Rights Watch con sede a New York aveva sentenziato che il processo contro di lui era stato pesantemente “proceduralmente viziato” al fine di limitare la sua attività di promozione del buddhismo tibetano e il lavoro di sviluppo delle attività sociali e culturale dei tibetani.

Tenzin Delek Rinpoche è stato un grande leader della sua comunità  e per decenni un convinto sostenitore della tutela e della conservazione della cultura, della religione, e dello stile di vita tibetani.

La sua morte è un ulteriore vergogna a carico del governo cinese e della sua politica nel Tibet illegalmente occupato da 65 anni.

Una politica basata solo sulla repressione e sulla emarginazione del popolo tibetano, da tempo minoranza nel suo stesso paese.

Una politica che ha prodotto come risultato 148 auto immolazioni con il fuoco di uomini, donne, monaci e laici, per lo più giovani, del Paese delle Nevi. Tutto questo nel silenzio vergognoso ma assordante dell’occidente, che si prepara a premiare Pechino con l’assegnazione dei Giochi Olimpici Invernali nel 2021. Fino a quendo?

 

 

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